Il calo del desiderio sessuale in epoca di pandemia

Psicologia

Le coppie sono tutte differenti, con storie proprie e diverse fasi del proprio ciclo vitale. Quali fasi abbiamo attraversato durante la pandemia e che cosa è accaduto nella vita intima delle persone?

Ogni coppia e ogni persona ha avuto la sua personale esperienza di lockdown, esperienza i cui effetti di tipo economico e non solo, dureranno a lungo, per le famiglie del nostro paese e non solo nel nostro paese. Possiamo trovarci in presenza di giovani coppie, di relazioni collaudate da 30 anni di vita insieme, di fidanzamenti o convivenze con figli piccoli.

Tuttavia, pur tenendo conto di queste diversità, che in questo momento manteniamo sullo sfondo, ci focalizziamo sui punti in comune che la relazione a due ha sviluppato in epoca di pandemia. 

Lockdown: le diverse casistiche

Per andare da un estremo all’altro c’è chi quasi si vergogna nel dire che è stata una bella esperienza e chi si è trovato in una prigione con senso di claustrofobia. Per qualche coppia la vicinanza prolungata, la chiusura delle vie di fuga, il tempo dilatato anche per fare cose che normalmente non si fanno, a cui si aggiunge un esterno insidioso fuori dalla porta di casa hanno consentito loro di parlarsi senza fretta, guardarsi negli occhi, capire quali sono le cose importanti e trovare più intimità affettiva e sessualeAltre coppie hanno vissuto questa vicinanza obbligata percependo come amplificati, tutti gli elementi di differenza e incompatibilità con l’altro da sè. E molte di queste coppie si sono separate. 

Anche l’esperienza dei single è stata sicuramente rilevante e difficile da dimenticare, in questa fase pandemica. Chi vive solo può averlo scelto o può averlo subito. C’è chi è fresco di separazione, chi è rimasto vedovo, chi non ha ancora trovato la condizione e la persona giusta, chi sta vivendo un amore irrituale e con persona di altra città, chi ha deciso che questo è uno status desiderabile per lui o per lei. 

Lockdown e vita intima 

Questa situazione nuova alla quale i media 24 ore su 24 facevano da cassa di risonanza, ha messo ognuno di noi nella condizione di poter essere e percepirsi come un contagiato o un contagiante. Ci ha fatto entrare in contatto con l’idea della malattia, della morte, nostra o di uno o più tra i nostri cari, con una situazione di grave emergenza da parte  dei nostri ospedali che erano a dir poco al collasso, con la paura di aver bisogno del sistema sanitario nazionale, contribuendo ulteriormente a compromettere una situazione già di per sè molto critica.

Questa situazione ci ha fatto provare la paura, l’incertezza di essere in balia del virus o di esserlo stati senza saperlo, con la sensazione di doversi continuamente lavare le mani per ogni oggetto che ci capita di toccare. Molte persone hanno avuto vari sintomi di malessere forse dovuti al virus, o forse dovuti a malanni di tipo stagionale, come raffreddori, influenza, tosse, mal di gola e mai come quest’anno questi sintomi ci hanno spaventato.

Aggiungiamo anche la variabile tempo. Nessuno è in grado di sapere quando ne usciremo. Questa fase la possiamo definire la fase della vulnerabilità. Una fase caratterizzata dall’angoscia di contagiare/essere contagiati dal proprio partner anche soltanto attraverso una semplice effusione affettuosa, figuriamoci da un rapporto sessuale. Le prime settimane sono state caratterizzate da un difficile e forzato distanziamento dal proprio partner anche  dentro le mura domestiche.

Una coppia con un legame affettivo sano, può sostenere una settimana, due  settimane di distanza, senza neppure un bacio, una carezza, un abbraccio, ma non oltre. La libido, il desiderio, l’impulso a cercare il corpo e l’intimità con il nostro partner è quella  pulsione che Freud definisce “il principia del piacere”. E’ quella parte di noi che cerca il contatto, la vicinanza, l’intimità. Che supera le paure e fa prevalere il desiderio, anche in situazione di relativo rischio.

La seconda fase che le coppie si sono trovate a vivere è quella che chiamiamo la fase  della mentalizzazione o convivenza con il virus. La razionalità, o quello che Freud definisce “il principio di realtà”, viene in soccorso e suggerisce che se due persone dormono nello stesso letto, e vivono sotto lo stesso tetto, è scontato che se devono contagiarsi si contagiano.

Il distanziamento si annulla e almeno in casa propria, ci si sente liberi di comportarsi come si è sempre fatto. Si diventa un po’ fatalisti e si pensa che se deve succedere, succederà. Interviene una sorta di adattamento ad una situazione eccezionale, che ancora spaventa, che si può scongiurare con qualche precauzione, ma con la quale ci si deve inevitabilmente convivere fino al giorno in cui sarà disponibile il tanto agognato vaccino. In questa fase, una sorta di normalità della propria vita sessuale riprende. Se era soddisfacente continua ad esserlo, se presentava qualche criticità, potrebbe continuare a presentarla. Il principio del piacere fa fluire la voglia di vita, di ripresa, di ripartenza. Anche se il rischio permane e la paura sullo sfondo non ci abbandona.

Possiamo dire che la polarità Eros (libido e pulsione di autoconservazione) e Thanatos (pulsione di morte) continua a rimbalzare, a lavorare nelle parti più profonde della nostra psiche. Ogni coppia con o senza figli cerca le sue risorse, i suoi generi di conforto, la sua intimità, i suoi momenti di riflessione, il dedicarsi a qualcosa di individuale o anche di collettivo.

C’è un continuo rimbalzo fra l’io e il noi, fra momenti dedicati a se stessi, al proprio lavoro, alla cura del proprio corpo, alla lettura, alle telefonate con i propri amici e parenti, all’organizzare il cambio di stagione di abiti, scarpe e accessori e altre attività da fare insieme come cucinare qualcosa di buono, o guardare insieme un film, o fare una chiacchierata su progetti futuri o dissertare di politica.

Siamo stati e siamo ancora, dentro la bolla del rischio di un contagio. Il confinamento dentro casa, ha consolidato alcuni legami e ne ha fatto saltare altri. Il destino di una coppia, nel corso della pandemia può essere dipesa da tante cose: la storia della coppia, lo stato di salute di entrambi, i metri quadri di casa a disposizione e molto altro.

Conclusioni 

Questa esperienza di pandemia ci ha sottoposto a stress e cambiamenti che non avremmo mai immaginato. Ha consolidato alcuni legami e ne ha fatti saltare altri. Certamente ci ha cambiato, ci ha segnato, ci ha fatto comprendere quali sono i valori, le persone, gli stili di vita che amiamo di più.

Ci ha fatto entrare in contatto con la dimensione dell’intimità in senso esteso. Una dimensione piacevole e gradevole per alcuni e mal sopportata da altri. Siamo tutti mimetizzati dietro le mascherine, ma a mio avviso questa pandemia  ci ha messo più a nudo.  Abbiamo  meno maschere, meno vie di fuga, meno meccanismi di difesa, meno corazze da indossare, meno travestimenti.

Attenzione però a non rilassarsi del tutto, a non abbassare la guardia, perché il rischio non è affatto concluso. E’ utile fare tesoro di quello che abbiamo compreso e imparato da questa esperienza. Nulla è scontato, nulla è per sempre, tutto va rilavorato e rielaborato giorno per giorno, momento per momento, con il ruolo attivo e partecipe di ognuno di noi. 

Contatta l'autore