Come spiegare il Coronavirus ai propri figli

Psicologia

Nell'articolo vengono analizzati i comportamenti più comuni dei bambini in situazioni come quella attuale e vengono dati alcuni suggerimenti su come aiutare i propri figli a comprendere cosa sta succedendo e come gestire ansia e preoccupazione

Il periodo che stiamo vivendo è particolarmente delicato e molti genitori si domandano come aiutare i propri figli ad affrontarlo con la maggiore serenità possibile.

Analizziamo insieme come è stata drasticamente modificata la quotidianità che fino a poco tempo fa davamo per scontata per comprendere meglio le diverse reazioni emotive che i bambini possono avere manifestato. Può risultare utile distinguere due momenti dell’evolversi della situazione: i primi provvedimenti e l’irrigidimento delle misure contenitive.

Coronavirus: i primi provvedimenti

A inizio marzo 2020 ecco i primi cambiamenti che ci hanno visti coinvolti, quando dal rischio di sottovalutare la situazione si è passati a dovere aderire alle prime restrizioni che ci sono state imposte. In questa prima fase la quotidianità dei bambini è stata subito stravolta dalla decisione di chiudere i vari Istituti.

La chiusura delle scuole può essere stata vissuta dai bambini al pari di una vacanza inaspettata, poiché per il resto la vita continuava quasi nella normalità; magari avranno percepito un po’ della vostra agitazione legata alle notizie legate ai contagi, un po’ delle preoccupazioni per il necessario cambiamento della routine quotidiana. Si sa che i bambini sono particolarmente recettivi e sensibili rispetto alle emozioni di chi hanno intorno. Per alcuni di loro, inoltre, si sarà aggiunto il dispiacere di dovere interrompere le attività extra scolastiche (come sport, musica, ecc…).

In questa fase le reazioni emotive dei bambini non si sono discostate troppo da quelle che si possono osservare quando magari sono particolarmente stanchi o comunque quelle che tendenzialmente mettono in atto quando qualcosa li colpisce.

Potrete aver notato un aumento di capricci rispetto al solito e atteggiamenti “rumorosi” durante il giorno aventi come obiettivo quello di richiamare la vostra attenzione su di loro. Con questi comportamenti i bambini chiedono di essere visti, percepiscono il turbamento emotivo in loro e richiamano la vostra attenzione affinché possiate rassicurarli.

Probabilmente avrete potuto osservare anche un’insolita iperattività prima di andare a letto; c’è qualche genitore a cui non è mai successo di ritrovarsi all’ora della nanna a giocare o interagire con il proprio figlio, mentre il piccolo lotta contro le palpebre che tentano di chiudersi pur di non andare a letto? L’iperattività prima di andare a nanna è comune ed è un tentativo estremo del bambino di ritardare il distacco dal genitore, con il suo comportamento chiede: stai ancora con me.

Coronavirus: irrigidimento delle misure contenitive

Dopo l’estensione delle misure contenitive a tutto il territorio nazionale, ha avuto luogo l’irrigidimento delle stesse. La nostra quotidianità è stata sconvolta del tutto. Le limitazioni alle libertà che avevamo fino a poco tempo fa si sono fatte ancora più rigide, le preoccupanti notizie relative all’andamento del contagio con la difficoltà di prevedere quando torneremo alla normalità aumentano la preoccupazione di tutti. Molti genitori hanno iniziato a lavorare da casa, alcuni già nelle settimane precedenti data la necessità di qualcuno che badasse ai figli. Tante scuole si sono adoperate in tempi brevi per trovare soluzioni alternative per la didattica che, tuttavia, hanno reso necessario un maggiore coinvolgimento da parte dei genitori.

Tutti questi aspetti aggiunti all’incertezza verso il futuro (lavoro, progetti…) rendono difficile per chiunque non mostrare le proprie preoccupazioni - cosa che non sarebbe comunque utile - tanto più per un genitore che si sta chiedendo come agire per fare vivere al meglio una situazione così insolita al proprio figlio.

Come i bambini esprimono il disagio?

In questo momento i vostri figli potrebbero esprimere il disagio che stanno vivendo attraverso diversi comportamenti.  Per prima cosa potrete osservare un aumento dei comportamenti caratterizzanti il momento iniziale e quindi capricci, atteggiamenti “rumorosi”, iperattività prima di andare a letto, irritabilità. A questi si possono aggiungere:

 

  • Disturbi del sonno.

Il bambino che ormai ha acquisito un ciclo del sonno regolare inizia a mostrare difficoltà ad addormentarsi o si risveglia più volte durante la notte. È probabile che ciò sarà già successo dopo una giornata particolarmente stressante per il bambino; se ci pensate anche noi adulti quando siamo stressati abbiamo le stesse difficoltà a prendere sonno e a dormire tutta la notte.

 

  • Comportamenti regressivi.

Si parla di comportamenti regressivi quando un bambino si comporta come se fosse più piccolo della sua età, ad esempio potrebbe chiedervi di essere aiutato nel mangiare o nel lavarsi i denti anche se era già autonomo nel farlo.

 

  • Difficoltà di concentrazione.

Potrete osservare difficoltà di concentrazione soprattutto nel gioco, i bambini tendono a passare da un’attività ad un’altra lasciando giochi in sospeso; ad esempio iniziano a disegnare e poi si interrompono per passare alle costruzioni senza avere completato il disegno.

Tutti questi comportamenti sono segnali che i propri figli hanno difficoltà a gestire l’ansia che sentono in loro; è come se la preoccupazione li “accendesse” più del dovuto non permettendo loro di rilassarsi opportunamente; da qui spiegate l’iperattività, la difficoltà a prendere sonno e la difficoltà a rimanere concentrati su ciò che si sta facendo. Per fortuna, però, cercano di comunicare all’adulto il loro stato emotivo tramite le loro azioni. I comportamenti regressivi, ad esempio, equivalgono ad una richiesta di vicinanza e supporto per riuscire a tranquillizzarsi e ad ottenere il giusto conforto di cui sentono la necessità.

Come aiutare i propri figli a gestire ansia e preoccupazione?

STARE VICINO

Risulta utile cercare di mantenere una vicinanza fisica con i vostri figli, anche se non possiamo giocare con loro, magari siamo alle prese con lo smartworking o con le faccende domestiche, essere nella stessa stanza può aiutare i bambini a rilassarsi. Nell’arco della giornata, inoltre, è importante condividere del tempo insieme, mettendoli al centro della nostra attenzione. Possiamo giocare con loro, leggere un libro, o perché no coinvolgerli in attività di rilassamento. La meditazione può essere un modo nuovo di stare insieme che unisce gli effetti positivi dati dalla vicinanza con la figura di accudimento a quelli propri delle tecniche di rilassamento.

ACCOGLIERE E LEGITTIMARE LE EMOZIONI CHE PROVANO

Osservando i propri figli nel momento del gioco o in quello dei pasti è più facile individuare se il loro comportamento è diverso rispetto al solito. Se vediamo qualcosa di diverso e pensiamo di avere riconosciuto qualche emozione che sembra turbarli è bene se lo esplicitiamo: “mi sembra tu sia preoccupato, è così?” A questo punto se l’emozione che avete individuato è quella giusta vostro figlio inizierà a sentirsi rassicurato e sarà importante continuare questo dialogo validando l’emozione (vedi sotto) e mostrandosi sintonizzati sul bambino e sulle sue emozioni. Se il bambino vi risponde di no, provate ad approfittare del dialogo iniziato per capire se è in grado di comunicarvi cosa prova; in alternativa ricordategli che voi siete con lui, che è normale non sentirsi del tutto felici quando succedono situazioni come queste, ma che affronterete tutto insieme.

MOSTRARSI DISPONIBILI AL DIALOGO

È importante che vostro figlio percepisca la vostra disponibilità a stargli accanto. Se lo vedete triste o preoccupato provate a chiedergli: “Perché non ne parliamo?”.

VALIDARE LE EMOZIONI

Per un adulto può sembrare una ovvietà il fatto che sia normale e sano che avvenimenti di questo tipo causino preoccupazione e ansia. Il bambino invece ha bisogno di essere aiutato in questo processo, per farlo possiamo dirgli: “Mi spiace che tu ti senta così preoccupato/agitato, è proprio una situazione complicata”. Validare le emozioni che provano li aiuta a percepirsi più competenti e sicuri.

INDIVIDUARE I SEGNALI D'ALLARME

È possibile cercare di individuare cosa “attivi” i vostri figli rendendoli agitati e preoccupati. Osservando i loro comportamenti potreste riuscire a capire se iniziano a fare più capricci dopo il telegiornale o dopo una vostra osservazione ad alta voce rispetto alla situazione. Se individuate degli “agenti scatenanti” allora potrete intervenire, ad esempio, ascoltando il telegiornale quando vostro figlio non è presente. Altre volte, invece, percepiscono la vostra preoccupazione anche se non la esplicitate e reagiscono alle emozioni che leggono in voi. Sono tutte nuove conoscenze che vi aiuteranno a conoscere meglio vostro figlio e a supportarlo nel modo più funzionale.

Come spiegare ai propri figli cosa sta succedendo?

Oltre all’aspetto emotivo è anche importante spiegare ai bambini cosa sta succedendo. Non ha senso, e risulta controproducente, raccontare bugie o versioni alternative con l’intento di proteggerli. Come abbiamo ripetuto più volte i bambini risentono delle nostre preoccupazioni e ansie anche se cerchiamo di nasconderle, e potrebbero uscirne ancora più confusi se raccontiamo che va tutto bene, ma ci sentono preoccupati. Per questo motivo la cosa più importante è la sincerità.

- Spiegare cosa sta succedendo

Non bisogna nascondere i fatti, è importante spiegare loro cosa sta accadendo adeguando il nostro linguaggio alla loro età, cercando di farlo in modo semplice e comprensibile.

- Fornire informazioni pratiche

Dopo avere valutato cosa si ritiene importante che i propri figli sappiano, è bene renderli partecipi delle precauzioni da prendere per ridurre il rischio di contagio, del perché le scuole sono state chiuse e i genitori lavorano da casa (o al contrario perché i genitori vanno a lavoro mentre altri sono a casa), del perché bisogna rimanere a casa. Importante è anche spiegare ciò che potrebbe capitare se si contraesse il virus (il possibile ricovero in ospedale,…).

Quando parlate con vostro figlio è importante ribadire che questa è una situazione molto particolare, che è una condizione temporanea e che la affronterà con il vostro supporto.

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