L'ansia, emozione fisiologicamente utile alla nostra sopravvivenza, se eccessiva può bloccarci nei diversi ambiti della nostra vita. Vediamo come possiamo superarla per poter tornare a vivere la nostra quotidianità con più leggerezza
Gli antichi greci la chiamavano melanconia, o malinconia, ed era causata da un eccesso di bile nera presente nell'organismo. Questa condizione generava debolezza, magrezza e umore triste. Non aveva un'origine psichica, ma fisiologica, e tra i rimedi naturali vi era curiosamente il vino.
Ansia è uno dei termini psicologici più ricercati in rete, e allo stesso tempo è un disturbo che cresce sempre più, e in particolare quest'anno a causa della pandemia si è riscontrata una maggior percentuale di disturbi d'ansia nelle popolazioni colpite dal Covid-19. L'ansia è un'emozione normale messa in campo dal corpo per combattere lo stress. Quando un pericolo minaccia la nostra sopravvivenza suona come un campanello d'allarme per sfuggire all'insidia. Quindi è anche grazie all'ansia che l'uomo è riuscito a sopravvivere sino ad oggi.
Nel tempo il concetto di minaccia si è come dilatato e l'ansia non viene più attivata dalla presenza di animali feroci e pericolosi ma dalla preoccupazione per la salute, il lavoro, il denaro, la vita familiare e altre questioni ritenute importanti. Questo tipo di ansia, fisiologica, può incoraggiarci e motivarci a fare meglio, a lottare ogni giorno per migliorare la nostra condizione, il nostro vivere.
L'ansia diviene patologica quando ci impedisce di vivere le normali attività quotidiane, quali avere rapporti sociali, lavorare, avere relazioni affettive e ci inibisce in molti altri ambiti. Per esempio un'ansia eccessiva per l'esame può bloccarci a tal punto da non permetterci di raggiungere la laurea. L'ansia può diventare così un disturbo che ci toglie la possibilità affermarci professionalmente, di avere una vita autonoma, di costruire relazioni amicali, affettive e via dicendo. Diventa un problema quando inizia a manifestarsi in maniera eccessiva, o in modo particolamente frequente, fino al punto di diventare cronica.
Un ansioso cronico si sveglia al mattino con un peso carico di preoccupazione, forse ha anche dormito poco e male. Vede e prevede la sua giornata faticosa, stressante e piena di doveri: si preoccupa di non riuscire a fare quello che dovrebbe e nel migliore dei modi. La mente degli ansiosi cronici rimugina in continuazione pensieri negativi: gli appuntamenti della vita quotidiana vengono amplificati e drammatizzati, generando una continua ansia da prestazione o un'ansia anticipatoria. in questo modo l'ansioso cronico autoalimenta le sue preoccupazioni. Per esempio comincia a preoccuparsi per un errore commesso sul lavoro e già immagina di essere licenziato, passa poi a chiedersi che cosa farà se non riuscirà a trovare una nuova occupazione, e via così, fino ad oscurare ogni briciolo di speranza.
Tra i disturbi d'ansia classificati nel DSM-5, manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, troviamo anche il disturbo d'ansia da separazione, la fobia sociale, il disturbo di panico e il disturbo d'ansia generalizzata.
L'ansia può presentarsi all'improvviso, come per il panico, oppure gradualmente. Le forme che l'ansia può prendere sono diverse, ma accomunate da alcune caratteristiche come sentirsi fuori controllo, come se ci fosse una disconnessione tra mente e corpo, con una sensazione di generale preoccupazione, di pericolo imminente, la paura di morire o di perdere il controllo, l'incapacità di rilassarsi, ipervigilanza e inquietudine.
I sintomi psicologici dell'ansia sono:
preoccupazioni eccessive per questioni secondarie;
tendenza al catastrofismo;
irritabilità e impazienza:
difficoltà a concentrarsi;
scarsa attenzione;
sensazione di perdita della propria personalità;
perdita del senso della realtà;
disturbi della memoria;
disturbi del sonno.
I sintomi neurovegetativi sono, invece, rappresentati da:
difficoltà della respirazione;
senso di oppressione toracica:
fame d'aria (dispnea);
respirazione accelerata;
vertigini;
sensazione di instabilità e mancato equilibrio;
svenimento imminente;
sensazione di soffocamento;
difficoltà nella deglutizione;
bocca secca;
battito cardiaco accelerato;
sudorazione eccessiva;
senso di debolezza e stanchezza;
tremori;
minzione frequente;
diarrea;
tensione muscolare.
La popolazione italiana è una delle maggiori consumatrici di benzodiazepine e ansiolitici. Inoltre nel nostro paese, a differenza di quanto avviene in altri Stati europei, c'è un controllo meno attento dell'uso degli psicofarmaci. Spesso vengono prescritti da medici di base e non dallo psichiatra dopo un accurato colloquio. Questa realtà favorisce nelle persone la falsa convinzione che gli ansiolitici siano medicinali blandi, ma così non è.
Invece è importante ricordare che le benzodiazepine, come ogni sostanza psicoattiva, provocano dipendenza fisica, psicologica, tolleranza (ovvero bisogno di aumentare la dose per sentirne ancora gli effetti) e crisi di astinenza. Per questo motivo bisogna essere molto prudenti. Fondamentale è ricordare che gli ansiolitici non trattano le cause dell'ansia: fanno passare temporaneamente il dolore, ma non eliminano l'ansia, che tornerà a disturbare forse in maniera più vigorosa. Per questo gli psicofarmaci andrebbero usati solo in situazioni di emergenza o per un periodo limitato, ad esempio in appoggio a una terapia psicoterapeutica, magari in fase iniziale.
Le cause dell'ansia sono diverse e complesse, voendo fare una sintesi possono essere suddivise in 3 macro categorie:
Cruciale è tenere sempre presente che questi meccanismi, che hanno il compito di controllare le ansie per poter sopravvivere, sono inconsci e quindi non sono volontari. Portare alla luce e decodificare il vissuto d'ansia è possibile attraverso la psicoterapia, comprendendo ed analizzando le ragioni profonde dell'ansia patologica, che si attuano soprattutto nei primi anni di vita.
Intervenire quanto prima è molto importante poiché una condizione di costante stato di allarme, tipico dell'ansia cronica, interferisce negativamente anche con il sistema immunitario, metabolico e cardiovascolare, aumentando così il rischio di ammalarsi. Ricordiamo che molti disturbi d'ansia si sviluppano in età infantile e si acuiscono nell'adolescenza proprio perché è la fase della vita che si pone come il momento di verifica, il banco di prova delle proprie abilità che sono sottoposte al giudizio del mondo esterno. Quanto prima questi disturbi invalidanti vengono compresi ed elaborati da uno specialista psicologo, quanto meglio vivremo liberi dall'ansia che ci costringe in una gabbia senza via d'uscita.
I genitori dovrebbero, e non è per nulla semplice, captare i segnali della sofferenza, dell'ansia del figlio adolescente, che molto spesso tiene segretamente dentro dì sè, per non creare disturbo o perché teme di non essere compreso. Non sminuire mai il loro malessere è fondamentale, e nemmeno quello di adulti che soffrono d'ansia patologica perché pronarli con una pacca sulla spalla o consigliando di andare a fare shopping non farà che peggiorare la loro situazione interna delicata e complessa. Oltre al colloquio clinico è possibile utilizzare l'EMDR, una efficace tecnica di psicoterapia che ha come obiettivo quello di elaborare esperienze traumatiche o stressanti che possono causare diversi disturbi, tra cui il disturbo d'ansia.