Patologie neurologiche non infiammatorie


Patologie neurologiche non infiammatorie

Tutte le novità dal Congresso della European Academy of Neurology di Oslo per quanto riguarda le malattie neurologiche non infiammatorie e l'impatto della neuroinfiammazione su di esse

L’impatto della neuro infiammazione sulle patologie neurologiche è stato il tema portante del recente Congresso Annuale della European Academy of Neurology (EAN) che si è tenutoo a Oslo, Norvegia. Durante il congresso di particolare valore scientifico è stato il Plenary Symposium dal titolo "Il ruolo dell'infiammazione nelle malattie neurologiche non infiammatorie", un incontro internazionale che ha fatto il punto sui più recenti avanzamenti della ricerca di base e traslazionale nel campo dell’epilessia, della malattia di Parkinson, dell’emicrania e delle malattie cerebrovascolari.

Malattie cerebrovascolari: gli studi

Per quanto riguarda le malattie cerebrovascolari è emerso come il nuovo concetto della “thromboinflammation” sia in grado di condizionare i risultati clinici nei soggetti con ictus a cui viene praticata la rimozione del trombo tramite la manovra meccanica della trombectomia. In presenza di infiammazione del trombo, infatti, il problema potrebbe richiedere di essere affrontato anche con una terapia farmacologica che riduca lo stato infiammatorio.

“Lo studio della neuro infiammazione - ha dichiarato il Prof. Riccardo Soffietti, membro del board EAN e specialista della Società Italiana di Neurologia (SIN) - apre numerosi nuovi scenari sui quali sono in corso importanti studi clinici. L’obiettivo è quello di andare sempre di più verso una medicina di precisione e, quindi, verso una maggior personalizzazione delle terapie”.

Vari lavori scientifici si sono focalizzati sull’impatto delle nuove terapie  sulla cognitività nella sclerosi multipla patologia in cui raramente i disturbi cognitivi si presentano tra i sintomi di esordio (nel 5% dei casi), ma possono emergere, in una maggiore percentuale di pazienti, durante il decorso della malattia. Durante i lavori congressuali è emersa, inoltre, la superiorità dell’opicapone inibitore enzimatico in grado di aumentare la quantità di Levodopa che viene assorbita, nella malattia di Parkinson, rispetto all’entacapone in termini di qualità della vita, mentre molto promettenti sono apparsi i risultati di uno studio clinico sull’impatto della talamotomia mediante ultrasuoni (una lesione di una piccola parte del cervello) nel tremore essenziale.

Infine, nel campo dell’emicrania è stato dato particolare risalto al ruolo del “calcitonin gene-related peptide” (CGRP), che può essere targettabile con successo da anticorpi monoclonali sia contro il ligando, molecola in grado di legare una biomolecola, sia contro il suo recettore. Nel campo della neuro-oncologia di particolare interesse il ruolo emergente della biopsia liquida del liquido cefalorachidiano per individuare alterazioni molecolari specifiche come biomarcatori nelle metastasi cerebrali e nei linfomi primitivi del Sistema Nervoso Centrale.

“Il Congresso annuale della European Academy of Neurology - ha commentato il Prof. Gianluigi Mancardi, Presidente della Società Italiana di Neurologia – testimonia il ruolo fondamentale della ricerca neurologica italiana nel panorama scientifico internazionale, grazie al lavoro dei nostri studiosi che producono costantemente contributi scientifici originali in tutti i campi della neurologia, sia in termini di numerosità, sia di elevata qualità”.

FONTE Società Italiana di Neurologia

Immagine Paziente dottore

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